i segreti del cuore, fan fiction di komatsu

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view post Posted on 13/8/2010, 15:24
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SPOILER (click to view)
PREFAZIONE:

UNA RAGAZZINA,
DUE FRATELLI, UN AMORE
TORMENTATO, LACRIME E
SORRISI. L'INCOSCIENZA E LA
PUREZZA DELLA
PROTAGONISTA DELLA STORIA,
EMILY, SCIOGLIERA' IL “GHIACCIO
DEL CUORE” DELLA PERSONA
AMATA. QUESTI SONO GLI
INGREDIENTI DELLA STORIA
CHE STATE PER
LEGGERE: EMILY E ASTRID I
SEGRETI DEL CUORE.



Sdraiata sul tappeto della mia camera, a guardare il soffitto, come se volessi penetrarlo. Un attimo solo. Poi i miei occhi, si chiudono, e la mente naviga nei ricordi.....

Ciao a tutti. Mi chiamo Emily e questa è la mia storia......

Capitolo 1

Estate 2002 – Melbourne

“ehi voi due, vado a fare il bagno”, gridò una vocina. E continuò: “sono stanca di “arrostirmi”.

Vedendo che nessuno le dava retta, spazientita, sentenziò: “ma mi sentite, o”.....

Le diede risposta un ragazzo il cui nome era Smiley, che gesticolando, esclamò: “sì, aria sorellina”.

Lì accanto, c'era Kiris, che la avvisò che l'avrebbero raggiunta più tardi. Emily, offesa, replicò: “ e chi vi vuole, razza di antipatici”. E
fece la linguaccia. Poi tirò un cellulare in mano a Smiley, ribattendo: “volevo soltanto affidarti questo”.

Smiley, un po' seccato dal gesto della sorella minore, proferì: “Emily, anche qui. Che rottura”.

Emily sempre più adirata con il fratello, fece per rispondergli indietro, quando si intromise Kiris, informandola, che avrebbe custodito lui, il suo telefonino. E la invitò a posarlo sotto il suo cappello. Emily cambiò espressione, ed entusiasta abbracciò Kiris, ringraziandolo, ed affermando di essere certa che avrebbe potuto contare su di lui. Poi gli raccomandò di lasciarlo pure squillare perchè al suo ritorno, avrebbe letto gli sms. E avrebbe pensato anche alle chiamate perse. Dopo aver proferito ciò, si diresse verso il bagnasciuga, prese una bella rincorsa, e si tuffò....

Mentre era a mollo, affermò che si stava proprio bene nell'acqua, e decise di farsi una nuotata fino alla boa. Guardò verso il cielo, e constatò che il sole era davvero caldo. Sperò poi di non scottarsi, concludendo che erano trascorse già tre ore, da quando si era spalmata la crema.

Fece un paio di bracciate in avanti, poi all'indietro, ed ad un tratto,
s'accorse di avere urtato un canotto, anzi, di averlo proprio rovesciato.
Presa dal panico, pensò: “oh no”.

I suoi pensieri, vennero interrotti da un ragazzo, che fece capolino, fissando Emily, la quale mortificata, non sapeva più in che modo scusarsi, sia per averlo fatto cadere, sia per averlo schizzato mentre nuotava.

Non incontrando una risposta, convenne che lo sconosciuto doveva essere proprio adirato con lei. Così, guardandolo fisso negli occhi, si scusò nuovamente, ma questa volta, parlò in francese. Ed indicando se stessa, proferì: “io Emily”. Il ragazzo, la fissò per un attimo, poi replicò: “io Marcus”.

Emily, presa da uno slancio di entusiasmo, ribatté: “fantastico. Son riuscita a sapere il nome....”. E tentò di spiegare che era stato un incidente, attraverso i “gesti”, ma più cercava di esplicare l'accaduto, più si convinceva che Marcus non capiva. Emily, non sapendo più come fare, esclamò tra sé e sé: “cavolo, questo qui non spiaccica una parola!”.

Ad un tratto, Marcus si avvicinò ad Emily, e sorridendole, le consegnò un costume da bagno, domandandole se quello fosse suo. Emily arrossì. Pareva un peperone, mentre replicava: “oh Dio che imbarazzo”, e prendendolo dalle mani del ragazzo, gli fece sapere che doveva averlo perso, mentre stava nuotando. Poi lo ringraziò. Ma egli non disse nulla, così Emily, ribatté: “merci”, inchinandosi.Marcus, guardandola quasi dovesse farle una radiografia, per tutta risposta, replicò: “tu bella nuda”. E fece per toccarla.....

Emily, spazientita, e certa a cosa mirasse, gli gridò di non provarci mai più, perchè era pur vero che era straniero, ma a quanto pare, le sconcerie, le conosceva bene. E mentre si voltò, adirata e offesa nell'orgoglio, si ritrovò dinanzi Smiley. E facendo un sorriso di circostanza, per nascondere il costume in mano, pose le mani dietro di sé, e salutò il fratello.

Smiley volle vederci chiaro, e le chiese cosa stesse combinando. Lei lo invitò a lasciar perdere, perchè era una storia troppo lunga. Ed aggiunse: “sai, quello stupido, è un gran maleducato. Volgare e…...”.

A Smiley fu tutto chiaro. E prese ad osservare il viso rosso della sorellina, facendole notare che non era il caso di adirarsi così per un ragazzo, lasciandole intendere che forse si era presa una bella cotta. Facendole l'occhiolino, sgomitando, la esortò a raccontargli la sua nuova conquista. Emily, per tutta risposta, gli rispose che sicuramente la stava prendendo in giro, come il suo solito, perchè era davvero improbabile che avvenisse una cosa simile. Poi, sbuffando, gli chiese di andare via......

Emily non volle ammetterlo con se stessa, ma si era davvero innamorata di Marcus.

Due giorni più tardi, Marcus si avvicinò all'ombrellone di Emily, e le porse un dizionario. La ragazzina, lì per lì non capì. Marcus allora, scrisse un biglietto con incise le parole “seguire me tu”.

Emily, sorpresa, sentenziò che qualora avesse ben compreso il significato delle tre parole, lei avrebbe dovuto andare con lui, dopodichè, volle sapere il motivo di quella richiesta. Marcus, che ancora non si esprimeva correttamente, prese il braccio di Emily, strattonandolo così forte, che lei urlò dal dolore, invitando Marcus a lasciarla, perchè le stava facendo male. Marcus non le diede ascolto, ed arrestò la sua folle corsa verso la spiaggia, davanti a due ragazze biondissime. E presentandogliele, le fece sapere che loro erano la sua famiglia, e che una si chiamava Johanna e l'altra Veronique.
Emily non riuscì tuttavia a comprendere perchè avesse voluto portarla da loro, e ribatté: “sì, ma tu perchè me portare qua?”. E Marcus replicò: “tu giocare con noi”. Emily sbottò, asserendo che avrebbe anche potuto dirglielo che era per un motivo ludico.

Fu Veronique che facendosi avanti per prima, le spiegò che suo fratello era molto bravo nel gioco. Emily convennne che parlava la sua stessa lingua. Veronique, mostrando colei che aveva di fianco, la informò che anche l'altra sorella, la conosceva. E che soltanto Marcus, sapeva solo il francese. Emily si lasciò sfuggire un “ecco, la solita sf....” ma poi si corresse, spiegandole che intendeva dire che era sfortunata. Cambiando discorso, perchè preferì lasciare cadere la conversazione che stava diventando complicata per lei, accettò la proposta del ragazzo.

Emily strinse amicizia con quella famiglia. Giocarono per quattro ore di seguito, prima a nascondino, poi a calcio balilla. Per Emily fu un ritorno all'infanzia. Concentratissima e presa dalla partita, si obliò dell'episodio del canotto e del resto, facendo goal nella porta avversaria.

Esultando si mise a saltare, e senza accorgersene, prese le mani di Marcus nelle sue, esclamando: “yeah, abbiamo vinto. Sei forte, Marcus”.

Quando si accorse dell'accaduto, lasciandole si scusò, farfugliando che era tardi e che avrebbe dovuto tornare a casa.

Dopo tanto tempo, Emily ritrovò la serenità.

Il tempo trascorse. E più passava, più Emily capiva che si era legata a quei “ragazzi” così diversi da lei, dimenticando persino il suo amore lontano.

Proprio così. Emily era fidanzata con un ragazzino di nome Astrid, che in quel periodo stava studiando a New York.

Una settimana più tardi, Emily si recò di buon'ora alla spiaggia: voleva informare i nuovi amici che il giorno seguente sarebbe ripartita perchè iniziava il nuovo anno scolastico. Ma trovò solamente Marcus, ed incuriosita, volle capire il perché. E senza troppi giri di parole, gli domandò dove fossero le sue sorelle, e come mai quella mattina, fosse solo.

Marcus spiaccicò un'unica frase, ma che era molto significativa e recitava: “io e te soli”.

Emily constatò che era davvero una situazione atipica. Ma non aggiunse nient'altro, perchè Marcus, avvicinandosi, si chinò e le sigillò le labbra. Per poi “staccarsi” d'improvviso.....

Emily sussurrò solamente: “mi hai baciata”.

Non ebbe il tempo di aggiungere altro, perchè il ragazzo le ribatté: “io kiss tu. Ma perchè? Fare schifo”?.

Temendo che si fosse offeso, ascoltando il suo commento, scosse la testa, negandolo, e presa dai sensi di colpa, fuggì veloce come il vento....

Nella corsa, gli gridò che si sarebbero rivisti l'anno seguente, e che sperava che lui mantenesse la promessa. Lo salutò in tutta fretta.

Quando fu abbastanza lontano da Marcus, si fermò e pensò a che cosa le stesse accadendo, e al perchè il suo cuore battesse così forte, osservando che non poteva essersi innamorata di un altro.

Non poteva essere vero. Astrid, non la avrebbe mai perdonata. Poi cercò di convincersi che non era accaduto niente. E che quel bacio fosse privo di significato. Un semplice gesto affettuoso. Ma non durò molto. Era il tramonto quando rincasò, ed era più confusa di prima.

Il giorno seguente, Emily riprese la scuola. Ma nonostante tutti gli sforzi, per dimenticare Marcus e concentrarsi negli studi, non vi riuscì. Nel contempo, dall'altra parte del mondo, a New York, Astrid stava aspettando qualcuno da quasi due ore, alla fermata del taxi. Un tantino seccato, ad un tratto, sbottò: “fff.... se quella là, non si sbriga, io parto da solo”.

Non aveva ancora finito di lamentarsi, che all'orizzonte, spuntò una donna....

Astrid, andandole incontro, sentenziò: “oh, finalmente.... era ora. Dico, hai per caso l'orologio indietro”?.

Il giovane le fece notare che erano due ore che la aspettava, e si era persino convinto che non venisse più.

La ragazza, il cui nome era Lulù, gli diede un bacio sulla guancia, e scusandosi, promise di non farlo più. Poi come fanno i bambini, volle essere perdonata. Astrid la invitò a salire sul taxi, lasciandole intendere, che altrimenti avrebbero perso l'ultimo traghetto, rammentandole che non avrebbe voluto per nessuna ragione, perdersi l'inizio della festa. Lulù salì e partirono, ed un'ora più tardi, giunsero a destinazione. E Lulù fece notare al fidanzato che erano in orario, perchè come poteva vedere, non c'era anima viva sulla banchina.

Astrid le ribatté che era strano che non ci fosse nessuno, ed aggiunse: non trovi?

Dichiarò che quel “deserto” intorno a loro, significava che avevano perso l'ultima “corsa”. Ed adirato, accusò Lulù di aver perso tempo, con uno stupido vestito. Lei, d'altro canto, precisò ad Astrid, che di certo, non avrebbe potuto indossare la prima cosa che le fosse venuta in mano, perchè quella a cui avrebbero presenziato quella sera, era pur sempre una festa.

Astrid, ironizzando, sentenziò: “sì, capirai. Un party di studenti del primo anno”. Tu credi che a loro importi se tu hai il vestito lungo, o una minigonna? Allora non li conosci affatto”.

Lulù gli diede ragione, sottolineandogli però, che l'organizzatrice dell'evento, era la figlia di una delle famiglie più ricche di Sydney, E perciò non intendeva fare brutta figura. Poi adirata, precisò che questo doveva essergli chiaro.

Quello stato di rabbia, durò poco più di un istante, perchè Lulù tentò di sedurre Astrid, comunicandogli che si era messa tutta in ghingheri per lui, il suo amore.

Astrid un po' scocciato, si arrese, concludendo che tanto con lei, fosse inutile discutere.

Mezz'ora dopo, Astrid e Lulù, finalmente, presero un vaporetto.

Fu lì che Astrid, premettendo che era molto tempo che doveva comunicarglielo, le domandò di convivere, pregandola di pensarci, e non dargli subito una risposta. Ma Lulù, abbracciandolo, rispose affermativamente. Astrid, le propose di rifletterci qualche giorno, ma lei gli ricordò che la risposta comunque, sarebbe stata quella, e che non sarebbe valse la pena, aspettare. Era un sì. Aggiunse poi: “come ti amo, Astrid”.

Lulù sfiorò le labbra del ragazzo, il quale contraccambiò il bacio.

Mentre Emily aveva mille sensi di colpa verso Astrid, lui l'aveva tradita con una ragazza della sua stessa scuola. Ma ben presto, anche Emily, avrebbe seguito il suo cuore.....

A New York, Lulù ed Astrid, giunsero infine alla festa. Lulù si complimentò con Mayla. E lei ammise di essere felice che l'avessero gradita, facendo notare ad Astrid quanto Lulù, quella sera, fosse raggiante.

Astrid la informò che era euforica perchè gli aveva chiesto di andare a convivere, e lei come ben poteva immaginare, gli aveva risposto di sì, senza riserve.

Sospirando, affermò che era un po' sventata, ma che sicuramente non si sarebbe pentita.

Mayla fece una spiritosaggine che gli cambiò l'umore. Gli lasciò cioè intendere, che alla fine, anche il rubacuori avesse messo la testa a posto. E non sapendo che altro dire, gli fece le felicitazioni.

Cambiando discorso, li avvisò che era arrivato Jason e che quindi, avrebbe dovuto lasciarli per un po'. E si accomiatò. Lulù la salutò, rammentandole che si sarebbero viste più tardi. Volgendosi verso Astrid, capì che era strano. E volle sapere se per caso, si stesse annoiando, ma Astrid lo negò. Tuttavia, espresse il desiderio di rincasare. Lulù protestò che erano appena arrivati, e che sarebbe stata una scortesia, andarsene.

Guardandosi intorno, però convenne che non aveva tutti i torti, e che c'era davvero molta confusione. Anzi, fin troppa per i propri gusti. E gli propose di andare fuori a passeggiare.

Poco dopo, respirando a pieni polmoni, constatò di sentirsi meglio. Ed indicò ad Astrid la luna, osservando che era davvero fantastica quella notte. E ne chiese il parere. Astrid, tagliò corto, e domandò alla ragazza come avesse trovato Mayla. Lulù rispose che a lei pareva la solita, e volle sapere se la trovasse strana. Astrid le disse di no, anche se doveva riconoscere che era cambiata un pochino dallo scorso mese, quando si erano recati a casa sua a Mosca, poiché se allora era solare e piena di vita, ora le era parsa fredda e quasi distaccata dal mondo.

Lulù, scherzando, ribattè che era colpa del matrimonio. Astrid, per niente contento della battuta di Lulù, facendo buon viso a cattivo gioco, le replicò che sperava si sbagliasse, perchè allora anche loro due.....

Astrid non finì la frase, perchè Lulù asserì che per loro, sarebbe stato differente. E che l'indomani, quasi certamente, anche i dubbi su Mayla, si sarebbero dissipati. Astrid sperò che ella avesse ragione. E mentre fece per dirlo a Lulù, gli squillò il cellulare. Ed egli fu costretto a rispondere. Dall'altro capo, sentì una voce femminile, che riconobbe. Tuttavia si congedò frettolosamente, richiudendo, e con la scusa che aveva sbagliato numero.

Lulù constatò che era una vera seccatura. Poi comprese che c'era qualcosa che non andava, perchè Astrid era impallidito.

Lulù volle sapere cosa avesse, e se si sentisse male, ma egli lo negò, assicurandole che sentiva solamente freddo e che avrebbero fatto meglio a rientrare.

Lulù sbuffando, promise che prima di tornare a casa, avrebbero salutato i loro amici intervenuti alla festa.

A Melbourne, intanto Emily, stava scrivendo sul suo diario personale, quando le squillò il telefonino. Chiedendosi chi fosse a quell'ora così tarda, si affrettò per andare a rispondere. Vide che era un messaggio di Astrid, alquanto sibillino, che riportava: “non mi chiamare più. Quando posso ti faccio uno squillo io”.

Emily si domandò cosa significassero quelle parole. E decise di aspettare la chiamata del suo ragazzo.

Il tempo trascorse, col suo inesorabile scorrere.

Emily passò tutta la notte a fissare il cellulare. Ma non ricevette nessuna telefonata da parte del fidanzato.

Il mattino seguente, una luce filtrò attraverso la finestra, destando la ragazzina, che ancora assonnata, esclamò: “che luce accecante”.

Sbadigliando, sentenziò che non aveva chiuso occhio per colpa di Astrid, concludendo che doveva essere parecchio impegnato per non riuscire nemmeno a telefonarle.

Ad un tratto, il suono del telefono, interruppe i suoi pensieri. Era un messaggio, ma non di Astrid. Era di Marcus. Emily, subito si interrogò su chi potesse avergli dato il suo numero privato. E poi si ricordò di averlo inviato con una mail a Veronique. E decise di capire perchè la sorella lo avesse dato a lui. E non appena rispose, intuì che Emily aveva una voce strana e volle sapere se l'avesse disturbata. Ella gli replicò che non aveva nessun problema di orario, e lo invitò a non preoccuparsi.

Fu allora che Marcus la invitò fuori a cena, ed Emily, sempre più sorpresa, volle conoscere la data. Marcus le chiese se andasse bene quella stessa sera, ma Emily, avanzò la richiesta di fissare un altro giorno. Marcus decise allora per il sabato successivo, che sarebbe stato da lì a due giorni, ed Emily accettò. E richiuse.

Spegnendo il telefonino, decise di concedere ancora due giorni ad Astrid per chiamare.

Ma l'oggetto dei desideri di Emily, aveva ben altro per la testa,
in quel momento......

Capitolo 2

Lulù, entrando in una stanza, quasi con aria schifata, esclamò: “e così, questo qua sarebbe il tuo appartamento”.

Rivolgendosi al fidanzato, per non offenderlo, osservò che era carino. Astrid le fece notare che non era di lusso, però era funzionale. Lulù constatò che in quello, gli dava ragione, ma piuttosto avrebbe voluto sapere dove fosse la sua camera. Astrid la corresse, ricordandole che fosse di entrambi. Per tutta risposta, Lulù, con una punta di sana cattiveria, lo informò che lei in quel “buco”, non avrebbe riposto i suoi vestiti, perchè non ci stavano. Per non parlare delle scarpe. Astrid, spiritosamente, controbattè che non aveva capito che si sarebbe portata appresso la casa! E che per quanto lo riguardasse, avrebbe potuto anche vivere alla sua vecchia abitazione, nel caso non andasse bene quella. Ma Lulù di tutta fretta, gli disse che le bastava essere insieme a lui e che il resto non contava più di tanto.

Astrid fece per prendere il cellulare, e Lulù, quasi indispettita, gli intimò di spegnerlo, perchè aveva il potere di rovinare tutti i loro idilli, comunicandogli poi di volere fare una doccia, e pregandolo di aspettarla, perchè l'attesa sarebbe stata breve, ed Astrid le raccomandò di non impiegarci tanto, come al suo solito.

Lulù ingenuamente dichiarò che ardeva di passione, e che avrebbe potuto dirlo prima. Dopodichè se ne andò. Astrid affermò che veramente l'aveva detto, perchè gli consumava tutta l'acqua calda. Ma Lulù neanche sentì. Era già sulla porta del bagno.

Alla ragazza però, parve che qualcuno l'avesse chiamata, e così si affacciò alla porta della doccia, e chiese ad Astrid, se avesse bisogno di lei, ma non udì risposta. E tornò sui suoi passi, sospirando e pensando che il fidanzato era davvero strano, e sperò che l'indomani tornasse normale. E che nel caso fosse colpa della luna che brillava in cielo, tutte quelle stranezze svanissero, con l'arrivo dell'alba. Con questo pensiero, Lulù richiuse la porta e prese a spogliarsi.....

L'acqua calda, quasi bollente, sulla pelle, le dava una meravigliosa sensazione di benessere. Intanto Astrid, rimasto infine solo, scrisse un messaggio e lo inviò. Era diretto ad Emily, naturalmente.

La ragazzina lo ricevette nell'immediato. Era euforica. Leggere un sms di Astrid, le faceva dimenticare tutto.

Egli le avanzava la richiesta di vedersi il giorno seguente, al negozio di abbigliamento maschile, verso le diciannove, in viale dei Ciliegi, 28, e naturalmente Emily, come potete immaginare, rispose che le andava alla grande, premettendo che sarebbe stata puntuale.

Dopo averlo spedito, la ragazzina uscì. Era felice, perchè per la prima volta nella sua vita, sapeva come affrontare la situazione.

Pochi istanti più tardi, Emily giunse al ristorante. Si sedette e attese l'arrivo del cameriere.

L'attesa non fu lunga. E venne premiata. Ma anziché Astrid, si ritrovò dinanzi Marcus.....

Emily, domandò al ragazzo cosa significasse e come mai fosse vestito così, e lui rispose che desiderava sorprenderla. Emily gli confessò che allora era riuscito nell'intento, chiedendogli di poter cenare. Egli imitando un inserviente, ribatté: “ma certo signorina”. Poi si scusò per averle telefonato all'improvviso, e per la piccola bugia che aveva scritto sul suo numero. Emily, facendo buon viso a cattivo gioco, convenne che aveva imparato la loro lingua, e Marcus le confidò che si era esercitato per lei, anche se era stata durissima. Ed aveva speso due settimane di intenso lavoro, per pronunciare solamente qualche frase. Riconobbe però, che ne era valsa la pena se ora lei era felice.

Emily, osservò che doveva essergli costata parecchio la scuola, ma egli lo negò, esplicandole che le lezioni erano gratuite, dal momento che erano impartite dalla sorella Johanna. Emily constatò che era davvero fortunato. Ma gli fece notare che era stato un po' troppo esagerato, ad aver organizzato “quel banchetto” in suo onore.

Credendo ancora una volta di non aver avuto molto tatto e di aver ferito Marcus nei suoi sentimenti, si corresse, ammettendo che le era piaciuta moltissimo quella cena. E che era davvero bellissimo, come gesto, però gli disse anche che tra amici, una cosa simile, le era parso fuori luogo. Poi volle accertarsi che avesse compreso cosa intendesse. Ma Marcus si fermò. E chinando il capo, le rivelò di essere innamorato di lei, e di non considerarla un'amica.

Per Emily fu un fulmine a ciel sereno, tanto che rimase basita. E quando si “riprese” dallo stupore, gli comunicò di aver apprezzato tantissimo sia la sua sincerità, sia quello che era stato in grado di fare quella sera, ma non sapeva se poteva.....

Ella voleva dirgli “non posso ricambiarti son fidanzata”, ma non finì la frase, perchè Marcus capì cosa gli volesse dire, e le parlò del bacio, affermando di aver creduto che fosse stato l'inizio di qualcosa fra loro.

Emily si rammentò di quel giorno. E confessò al ragazzo di essere confusa, sottolineandogli che forse stavano forzando gli eventi, e propose di dimenticarsi di tutto quanto, ripartendo dall'amicizia, anche profonda. E di assecondare la sua richiesta.

Le ultime parole proferite da Emily furono “ripartiamo da quello”.

Marcus, a bruciapelo, volle sapere se vi fosse un altro nel suo cuore. Ma Emily, evitò l'argomento, e ribadì al ragazzo di non capire ancora bene i suoi sentimenti, sentenziando che qualora l'avesse illuso ed egli avesse sofferto per colpa sua, non se lo sarebbe mai perdonata, tuttavia ammise di avere un amore lontano e di provare verso quella persona, un sentimento molto forte. E quindi di non sentirsela di intrecciare una nuova storia. Ci tenne a precisare che la loro situazione non era ancora chiara, anche se....

Le parole ad Emily non uscivano. Era mortificata. Marcus la pregò di continuare ed ella lo accontentò, esternandogli che a lei piaceva moltissimo la sua compagnia, e che doveva concederle un po' di tempo, per fare luce nel suo cuore. Poi chiese se comprendesse il senso del suo discorso. Marcus rispose di sì, ed aggiunse: “male al cuore. Ma aspetto”. Emily lo ringraziò, suggerendogli di cenare, visto che avevano una tavola imbandita a festa, e non avevano ancora assaggiato nulla, ed egli acconsentì.

Marcus restò in silenzio tutta la sera, fino a che Emily non gli chiese di accompagnarla a casa.

Marcus ed Emily non tardarono, una volta giunti a destinazione, a “cadere” l'uno nelle braccia dell'altro. Ma fu solo un attimo. Emily ricomponendosi, salì al piano superiore, aprì la porta e gettò la borsetta sul letto, poi si spogliò.

Dopo essersi rilassata con un bagno caldo alle essenze di timo e camomilla, si infilò sotto le coperte. E la sua mente navigò ancora su Astrid. Si girò e rigirò mille volte, finchè gridò “basta. Ho deciso. Vado da lui. Non ce la faccio più”.

Emily convenne che il sentimento che stava crescendo dentro di lei, era piuttosto pericoloso, e che sicuramente era dovuto alla mancanza che sentiva di Astrid, e qualora l'avesse raggiunto, quella follia sarebbe finita, e tutto sarebbe tornato normale, come se nulla fosse accaduto. E con questa convinzione, sistemò il cuscino e si riaddormentò.

Il giorno seguente, Emily si alzò di buon'ora, si stiracchiò, ed uscendo dal letto, guardò la foto del fidanzato Astrid, appoggiata sul comodino, ed esclamò: “Buongiorno amore mio grande. Tra poco saremo ancora insieme. Stanotte arriverò a New York e dormirò nel tuo caldo abbraccio”.

Dopo aver proferito ciò, Emily si diresse verso la cucina, e prese tutto l'occorrente per una colazione veloce, andò alla toilette e si spogliò. Aprì l'acqua della doccia, e la fece scorrere.

Mentre si insaponava, canticchiava allegramente, e pregustava gli attimi che avrebbe vissuto al suo arrivo a New York. Otto, nove, dieci ore, non le importava quanto la separasse da Astrid.

Aveva atteso tanto il giorno in cui l'avrebbe rivisto, che per lei il tempo che scorreva in quegli istanti, non era causa di angoscia, ma di benessere.

Quando ebbe finito di rinfrescarsi, cosparse il corpo di crema. Fra quelle riposte nel mobiletto, designò una fragranza non troppo dolciastra, ma neppure troppo “forte”. Poi indossò una lingerie di color nero e dirigendosi verso l'armadio, l'aprì. Scelse un abito color pesca, a balze, di stoffa leggera, calzò scarpe dello stesso colore, e si sciolse i capelli, per poi raccoglierli in due codini, che le scendevano lungo le spalle. Prese la borsetta, la valigia preparata la sera prima, telefonò alla compagnia dei taxi, ed uscì, attendendo l'arrivo della sua prenotazione.

Quando l'autista giunse, vedendosi dinanzi Emily, rimase sorpreso, lasciandole intendere che non si aspettava di essere stato chiamato da una quindicenne. E fece per andare via. Ma Emily, sbottando, esclamò: “non vorrà mica svignarsela. Io devo raggiungere l'aeroporto e non posso di certo andarci a piedi, con questa valigia, le pare”?. Ed aggiunse: “vuole essere pagato subito”?.
 
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